
Ilaria Iacoviello è una donna coraggiosa che da anni si impegna nella sensibilizzazione sulle tematiche della salute mentale. In questo articolo ci racconta la sua esperienza con il disturbo bipolare e perché è nato il progetto NON SIAMO SOLI.
Penso di aver sempre saputo di avere qualcosa, di avere della diversità in me. Ho avuto genitori molto esigenti che richiedevano disciplina e rigore: la scuola, i buoni voti, l’essere una persona perfetta in tutti gli ambiti venivano prima di tutto.
Per cui il mio mondo è sempre stato fatto a cicli: l’eccitamento della scuola, della perfezione sempre e comunque, e i periodi depressivi delle vacanze in cui mi venivano a mancare gli appigli dei libri, dai racconti di letteratura alla filosofia di Kant e sprofondavo nei miei pensieri ossessivi che motivavano ogni mia azione per quanto strana potesse sembrare.
La mia vita ha preso quel ritmo, di mania e depressione che la caratterizza anche oggi: delle montagne russe che mi portavano ad apici altissimi, per poi cadere nel buio totale.
Nel 2011 durante la tesi mi ha colpito una brutta depressione che è stata curata con antidepressivi classici, che dopo 6 mesi hanno scatenato una mania che mi ha portato a fare cose che non erano da me e soprattutto a spendere tutti i miei soldi, in oggetti che oggi non ricordo più. Spendere molto è un tratto tipico delle crisi maniacali, mie soprattutto.
Ho passato gli anni successivi a nascondermi, nessuno doveva sapere che ero una persona diversa perché quella diversità mi aveva da sempre rincorso: quella diversa della classe, da lasciare sempre in disparte.
Questo fino al 2014, anno in cui dopo una cura fortemente sbagliata, ho dovuto ricorrere a un ricovero di 10 giorni e rivelare ad amici e soprattutto parenti che il mio malessere non era fisico ma mentale.
Da allora la mia malattia è la mia normalità: ne parlo sempre, in ogni discorso lei c’è, appare sempre, perché è parte di me, della mia vita e della mia esperienza. Non sarei io se non fosse successo quello che mi è successo. Quando una psicosi ti fa perdere il controllo di te, è qualcosa che non puoi dimenticare. Ma non per questo ti rende meno normale di qualcuno. E ho capito però che ho una malattia, ma non sono quella malattia.
Da qui nasce l’idea di questo progetto, NON SIAMO SOLI: l’idea di spingere le persone a non vergognarsi, a farsi accostare a chi è normale con grande tranquillità perché di fatto non c’è nessuna differenza.