
Secondo il Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali (DSM–V), il disturbo bipolare è una malattia trattabile caratterizzata da estremi cambiamenti di umore, pensiero, energia e comportamento. Consiste in un’alterazione dei meccanismi regolatori del tono dell’umore. Era anche conosciuto come malattia maniaco-depressiva perché l’umore di una persona alterna tra i due poli, mania (alti) e depressione (bassi). Il cambiamento d’umore può durare per ore, giorni, settimane o mesi.
Cosa non è il disturbo bipolare
Questa malattia non è un difetto caratteriale o un segno di debolezza personale.
Chi soffre del disturbo
Il bipolarismo colpisce tutte le età, razze, gruppi etnici e classi sociali.
Il disturbo bipolare colpisce l’1-2% della popolazione generale. Stando a queste cifre in Italia vivrebbe oltre 1 milione di persone affette da disturbi dello spettro bipolare.
Normalmente la patologia si presenta nella tarda adolescenza, spesso con periodi di depressione negli anni delle superiori, anche se può cominciare anche durante l’infanzia o in età adulta.
Anche se uomini e donne sviluppano il disturbo bipolare in egual misura, l’insorgenza e il decorso della malattia varia a seconda del sesso. Una ricerca della rivista accademica Psychiatric Clinics of North America pubblicata nel 2003 identifica diverse differenze legate al sesso collegate al disturbo bipolare. Innanzitutto, negli uomini la malattia tende a presentarsi con un episodio maniacale, mentre nelle donne con un episodio depressivo. Similmente, le donne sperimentano stati misti, episodi depressivi e cicli rapidi più spesso degli uomini.
Questa patologia tende a ricorrere nelle famiglie e quindi sembra avere un collegamento genetico. Infatti, un articolo pubblicato nella rinomata rivista accademica Neuroscience parla del disturbo bipolare come del “più ereditario dei disturbi medici”. Oggi i ricercatori stanno cercando di identificare i geni specifici che predispongono una persona alla malattia.
Tipi di disturbo bipolare
Esistono diversi tipi di questo disturbo, determinati da tratti e gravità dei sintomi tendenti alla depressione o alla mania. Il DSM-V identifica quattro tipi principali:
Il disturbo bipolare di tipo 1 è caratterizzato da uno o più episodi maniacali che durano almeno una settimana e che sono talmente gravi da richiedere l’ospedalizzazione della persona. Gli episodi di depressione durano almeno due settimane e anche l’ipomania può verificarsi, così come gli stati misti (quando i sintomi di depressione e mania o ipomania si presentano insieme).
Il disturbo bipolare di tipo 2 è caratterizzato da uno o più episodi depressivi accompagnati da almeno un episodio ipomaniacale. Gli episodi ipomaniacali hanno sintomi simili a quelli maniacali ma sono meno estremi e non durano così a lungo. Ad ogni modo, il comportamento della persona è chiaramente fuori norma agli occhi dell’osservatore. Secondo una ricerca del 2003, il disturbo bipolare di tipo 2 è più comune tra le donne che tra gli uomini.
Il disturbo ciclotimico presenta periodi di umore elevato e periodi di depressione che durano almeno due anni. Ciò che distingue il disturbo ciclotimico dal disturbo bipolare di tipo 1 e 2 è la gravità dei sintomi. Né l’umore elevato, né quello depresso soddisfano i criteri diagnostici per (ipo)mania o depressione. Ma questo NON vuol dire che questo disturbo specifico non richieda un trattamento.
Il disturbo bipolare non altrimenti specificato include sintomi bipolari che non soddisfano i criteri per nessun disturbo bipolare specifico. Ad esempio è presente quando vi è alternanza molto rapida, nel giro di giorni, di sintomi maniacali e depressivi che non soddisfano i criteri di durata minima per un episodio maniacale o per un episodio depressivo maggiore.
Sintomi
La maggior parte delle persone che convive con questa malattia dice di sperimentare “alti” e “bassi”. Questi sbalzi possono essere intensi, variando tra energia estrema e profonda disperazione. L’intensità degli sbalzi d’umore e il modo in cui essi influenzano le normali attività quotidiane distinguono gli episodi umorali bipolari da altri semplici.
Sintomi della mania:
• Aumento dell’attività fisica, mentale e dell’energia
• Umore elevato, ottimismo e autostima esagerati
• Eccessiva irritabilità, comportamento aggressivo
• Minor bisogno di dormire senza sentirsi stanchi
• Eloquio e pensiero accelerati, sensazione di fuga delle idee
• Aumento del desiderio sessuale
• Comportamento spericolato
Sintomi della depressione:
• Tristezza prolungata e inspiegabili crisi di pianto
• Cambiamenti significativi nell’appetito e nel sonno
• Irritabilità, rabbia, preoccupazione, agitazione, ansia
• Pessimismo, perdita di energia, letargia persistente
• Senso di colpa e di inutilità
• Incapacità a concentrarsi, indecisione
• Pensieri suicidari ricorrenti
Quanto è comune nei bambini?
E più probabile che il disturbo bipolare si presenti nei bambini di genitori bipolari che in genitori che non hanno la patologia. Secondo uno studio longitudinale del 2007, quando un genitore ha la malattia, il rischio che i suoi bambini possano sviluppare il disturbo è approssimativamente del 30-40%. E quando sono tutte e due i genitori ad avere il disturbo il rischio che anche i figli lo sviluppino aumenta fino al 60%.
In tutti i casi, è difficile riconoscere i sintomi nei bambini perché possono essere scambiati per emozioni e comportamenti legati all’età.
Terapie
Al giorno d’oggi esistono tante diverse terapie, e nuovi promettenti trattamenti sono oggetto di ricerca. Dato che il disturbo bipolare è difficile da trattare, è altamente consigliabile consultare un terapeuta (psichiatra, psicoterapeuta) che abbia esperienza in questo tipo di malattia. Le terapie possono includere quelle farmaceutiche, la psicoterapia e i gruppi di auto-mutuo aiuto.
È dal 2015 che sono in terapia e mi hanno sempre diagnosticato la depressione. Oggi invece mi parlano di disturbo bipolare e non riesco ancora ad accettarlo. Se non lo sento accettato nel mio ambiente familiare, faccio fatica ad accettarlo anche io ma so che è sbagliato e che devo mettere me al primo posto.
Ho paura a confidarmi con gli altri, non so se dirlo o tenermelo dentro per paura che gli altri si allontanino e mi vedano come una persona “diversa”. A parte questo, mi chiedo, che tipo di lavoro potrebbe fare una persona affetta di disturbo bipolare?
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Queste sono domande molto delicate a cui rispondere. Sta a te capire se preferisci confidarti o meno, se hai abbastanza fiducia nelle persone attorno a te. Io in passato mi sono fidata di troppe persone, però posso dire che nel mucchio ho trovato quei pochi amici che hanno saputo aiutarmi, anche silenziosamente e da lontano. Per quanto riguarda il lavoro, devi sempre ascoltare quelle che sono le tue aspirazioni personali, ma allo stesso tempo ti sconsiglierei di trovare un ruolo che preveda troppo stress. Stress e disturbo bipolare non vanno per niente d’accordo, io cerco di ricordarlo sempre. Un caro saluto.
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